Lo certifica il report di Bonifica Parmense LAB presentato in occasione dell’ultimo CdA dell’ente: un quadro rassicurante per l’irrigazione dei comprensori della pianura
Migliora anche per il 2022 la qualità dell’acqua della rete idrica consortile: a certificarlo sono le analisi di Bonifica Parmense LAB, specializzato in analisi scientifiche sullo stato della risorsa dei canali consortili, la cui base tecnico-logistica è situata presso l’impianto idrovoro del Travacone, nel Comune di Colorno (PR). Il quadro, illustrato in occasione dell’ultimo recente Consiglio d’Amministrazione del Consorzio da Elisa Trombi ed Erika Martorana (Ufficio irrigazione), appare rassicurante, nonostante la progressiva emergenza siccità, confermando il positivo trend delle precedenti annate; a partire dal 2017, data d’inizio delle rilevazioni effettuate da Bonifica Parmense LAB il Consorzio, nonostante non abbia competenza diretta sulla qualità delle acque, ha progressivamente potenziato questo servizio per fornire agli agricoltori un ulteriore strumento conoscitivo utile.
Una positiva stabilità nei dati relativamente alle classificazioni di qualità “ottima” e “buona” per l’uso irriguo; inoltre, sotto il profilo dello stato ecologico, è da evidenziare il torrente Enza, in località Cerezzola, tra le stazioni indagate di qualità ecologica elevata. Per quanto riguarda il nuovo regolamento europeo (n. 741/2020), di cui la relazione delle acque del 2022 tratta alcuni aspetti per la prima volta, emerge che la maggior parte dei casi analizzati rientra nei parametri chimici nella classe A (la migliore). La direzione intrapresa dalla comunità europea in merito al riuso ed al riciclo della risorsa appare ormai sempre più evidente: con diversi Stati membri che soffrono sempre più la siccità, il riutilizzo dell’acqua dagli impianti di trattamento delle acque reflue urbane può diventare uno strumento essenziale per garantire una fonte d’acqua sicura riducendo, al contempo, la pressione sui corpi idrici e migliorando la capacità dell’UE di adattarsi ai cambiamenti climatici.
“Il riutilizzo dell’acqua può limitare i prelievi dalle acque superficiali e sotterranee e promuovere una gestione più efficiente delle risorse idriche in linea con gli obiettivi dell’UE nell’ambito del Green Deal europeo – ha sottolineato un soddisfatto Fabrizio Useri, direttore generale della Bonifica Parmense –. Il regolamento in materia, in corso di redazione e applicazione prevista per il prossimo fine giugno, stabilisce requisiti minimi di qualità dell’acqua, gestione del rischio e monitoraggio per garantirne un sicuro riutilizzo. È importante dunque che gli agricoltori ne tengano conto in funzione della coltura da loro scelta”.
IL REPORT QUALITÀ ACQUE 2022
L’attività 2022 in relazione alla qualità delle acque irrigue si è basata sul campionamento e sull’analisi in ben 16 punti-stazione strategici: agli 11 punti indagati negli scorsi anni e considerati nodi irrigui significativi nei diversi bacini (del torrente Enza, del torrente Parma e del fiume Taro) in cui è suddiviso il territorio di competenza del Consorzio, sono stati aggiunti i 5 relativi alle fonti di approvvigionamento e strategici della rete di distribuzione irrigua di pianura; la campagna di monitoraggio approfondito – estesa ad un set di 55 di parametri indicatori rappresentativi della qualità ecologica, della qualità per l’uso irriguo e dell’idoneità alla vita dei pesci – ha visto il campionamento realizzato dal personale di Bonifica Parmense LAB effettuando la misura in campo dei parametri irripetibili e le analisi chimiche e batteriologiche in sinergia con Iren Laboratori S.p.A. di Piacenza.
I dati elaborati offrono anche nel 2022 un quadro rassicurante sulla qualità dell’acqua consortile, in quanto non si rilevano cambiamenti in negativo confermando il più che valido trend delle annate precedenti dove, per la maggior parte dei casi, la classificazione risulta ottima, senza limitazione di uso irriguo; o buona, con acque che concedono alcune limitazioni in relazione a colture e metodo irriguo. Rari i casi di alcune stazioni nelle quali si possono riscontrare limitazioni all’esercizio irriguo.
Da sottolineare come, esaminando i risultati, si evinca chiaramente che i fattori limitanti più frequenti per lo sviluppo di habitat e biodiversità all’interno dei canali di bonifica siano la temperatura e la carenza di ossigeno e non la qualità dell’acqua: in tutte le stazioni di monitoraggio, infatti, esiste almeno uno di questi due fattori critici per la sopravvivenza delle specie ittiche, fatta eccezione le località Cerezzola, Ramiola e San Secondo Parmense.
La risorsa idrica – che, in provincia di Parma, perviene al mondo agricolo in via prioritaria grazie ai prelievi realizzati dalla Bonifica Parmense mediante l’utilizzo degli oltre venti impianti irrigui e dei 10 pozzi consortili – conta anche una percentuale disponibile attraverso il trattamento delle acque opportunamente depurate dal servizio idrico Iren ed EmiliAmbiente Spa.
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Ufficio Comunicazione e Relazioni Esterne
Consorzio della Bonifica Parmense
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