TAVOLO PER AFFRONTARE LE PROBLEMATICITÀ CAUSATE DALLA CRISI IDRICA

Scarica il protocollo d’intesa

Il Consorzio della Bonifica Parmense quale ente che svolge funzioni di interesse pubblico, dalla gestione delle acque destinate all’irrigazione, alla realizzazione di opere atte a garantire la sicurezza idraulica del territorio includendo opere che rivestono ruoli importanti per la tutela del patrimonio agricolo, ambientale e urbanistico, ha voluto essere promotore nello sviluppare congiuntamente a tutti gli enti coinvolti in questo percorso, un sistema di esperienze, di informazioni e di potenzialità progettuali rivolte alla tutela del nostro territorio e delle sue risorse. Un percorso che ha visto il suo inizio con la firma del protocollo d’intesa per l’attivazione di un “Tavolo Permanente” dedicato alla condivisione di strategie per la tutela del territorio e delle sue risorse contro la Crisi Idrica.

Gli enti firmatari e che stanno lavorando costantemente al tavolo sono:

SiccitàProvincia di Parma, Comune di Parma, Università degli Studi di Parma, Unione Parmense degli Industriali, Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po, AIPO, ARPAE Emilia Romagna, ATERSIR, EmiliAmbiente, Montagna 2000, Federazione Provinciale Coldiretti, Confagricoltura, CIA – Agricoltori Italiani Provincia di Parma, Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia Occidentale, Comune di Palanzano, Società degli utenti del canale Naviglio Taro, Ordine Ingegneri Parma, Ordine dei Geologi dell’Emilia-Romagna

Oggi il problema della siccità si fa pressante anche in regioni come la nostra dove finora avevamo sempre avuto risorse sufficienti, sia per la variabilità idrologica, sia per le sempre più elevate richieste nei diversi settori, civile, irriguo e industriale, con conseguente maggiore sfruttamento della risorsa. È noto che in periodi di siccità si ha non solo una sensibile riduzione del livello dell’acqua sia negli invasi sia nei corsi superficiali, ma anche la qualità dell’acqua tende a peggiorare soprattutto quando la forte diminuzione del livello di acqua dei corpi idrici è tale da richiedere anche per brevi periodi, una riduzione delle forniture alle utenze. Il fabbisogno minimo giornaliero di acqua pro capite si attesta complessivamente intorno ai 57 litri che comprendono i diversi utilizzi dell’acqua, dall’uso alimentare a quello igienico. Per l’OMS, al di sotto di 50 litri pro capite, siamo in presenza di sofferenza per mancanza di acqua. Gli Italiani ne consumano in media 250 litri al giorno con variazioni notevoli nelle diverse regioni.

Tutti i soggetti coinvolti nel presente Protocollo d’Intesa, unitamente hanno da tempo acquisito la consapevolezza del problema “siccità” e dell’interazione negativa con lo sviluppo e, conseguentemente “buona gestione” del nostro patrimonio agrario. Fare squadra, creare sinergie, mettere a sistema competenze, conoscenze e relazioni è, e deve essere, un nuovo metodo di lavoro. In un’ottica di integrazione del sistema territoriale e con l’obiettivo di contribuire alla valorizzazione economica, sociale, ambientale del proprio territorio, le istituzioni firmatarie del presente Protocollo hanno l’obbiettivo principale di mettere in comune le proprie esperienze e il proprio patrimonio informativo, creando una rete finalizzata alla realizzazione di progetti strategici e di qualità. Tale percorso è già, anche di per sé, la sperimentazione di una nuova forma di governo e di buone prassi di gestione che hanno la loro unità di misura sul territorio, concepito quale ambito vivo di innovazione. L’utilizzo efficace e condiviso delle conoscenze e capacità tecniche di ciascun attore di questo percorso, costituirà uno strumento formidabile per realizzare adeguate strategie per il futuro del nostro territorio come:

 

  • Miglioramento acque (scarichi, nitrati, sostanze pericolose, ecc.)
  • Considerare qualità e quantità in modo integrato
  • Attuare politiche e strategie di governo della domanda d’acqua, in relazione alle nuove condizioni meteoclimatiche e alle dinamiche dei consumi.
  • È stato posto l’accento: sulla preservazione, risparmio, miglioramento della gestione, valutazione uso plurimo, riuso delle acque reflue, invasi in area lungo il percorso dei canali irrigui, ripristino dei volumi di invaso esistenti.
  • Analisi dei fabbisogni dei territori coinvolti.
  • Rappresentare i fabbisogni dell’intero territorio a livello regionale (in particolare per i finanziamenti a valere sui fondi strutturali), nazionale ed europeo.